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Involtini di costardelle e costardelle fritte

Abito in un piccolo paese, Nizza di Sicilia, un tempo patria di pescatori, "franninari"(venditori ambulanti che vendevano pezzi di stoffa e l'occorrente per confezionare vestiti nei paesi limitrofi) e latifondisti. La pesca era una delle attività su cui si fondava l'economia nizzarda, economia soprattutto di sussistenza e fortemente condizionata dalle condizioni meteorologiche che spesso imponevano lunghi periodi di fermo. Io ho quasi 37 anni ma ricordo come fosse ieri i momenti in cui si aspettava il rientro dei pescherecci impegnati per giorni in lunghe battute di pesca.Rivedo la spiaggia che si gremiva a festa e per noi bambini "du ciumareddu" (il mio quartiere) era un evento imperdibile.Oggi la situazione è cambiata, di pescatori "veri" ne sono rimasti una manciata e il mare non è più ricco e pescoso come un tempo.Tutto questo preambolo per presentarvi il pesce di questa ricetta, la costardella, un tempo diffusissima nel nostro mare, oggi pressoché scomparsa. Amo molto questo pesce ma lo compro solo se è locale, vale a dire a costi proibitivi e solo uno o due volte in questo periodo dell'anno.Tradizione del mio paese è cucinarlo fritto accompagnato da cipolla, "ca pumadoru" (in umido), alla griglia o a involtini.Qui vi propongo sia la versione a involtini che quella fritta.

Involtini di costardelle




Ingredienti:
  • 12 costardelle (circa 800 g)
  • 100 g di mollica di pane raffermo
  • 30 g di parmigiano reggiano grattugiato (o pecorino se si preferisce)
  • olio extra vergine d'oliva q.b.
  • sale e pepe sechuan q.b.
  • aglio
  • prezzemolo tritato
  • succo di un limone
Preparazione:
Eviscerate le costardelle, apritele a libro accuratamente, sciacquatele delicatamente e asciugatele con carta assorbente.
In una pirofila aggiungete mollica, sale, parmigiano, pepe, prezzemolo e aglio tritati e aggiungete tanto olio quanto ne servirà per ammorbidire la mollica.
A questo punto disponete su ogni costardella il composto di mollica, arrotolate e bloccate con uno stuzzicadenti.
Disponete gli involtini dentro una pirofila, irrorate con olio e succo di limone, infornate a 180°C per circa 10 minuti.
Io ho servito su un letto di insalatina mista (radicchio, iceberg, indivia)




Costardelle fritte

Ingredienti:
  • 1 kg di costardelle
  • farina di semola q.b.
  • sale
Preparazione:
Eviscerate, sciacquate e asciugate le costardelle.
Passate nella semola e  friggetele in abbondante olio caldo, cospargetele di sale e servite.

Tradizione vuole che le costardelle fritte siano accompagnate da  cipolla di Tropea tagliata e messa a macerare per mezz'ora in una soluzione di aceto rosso (2/3), acqua (1/3) e sale.









Un po' di informazioni tratte da colapisci.it
"Scomberesox saurus saurus Walbaum, 1792. 
Ha corpo affusolato e allungato daun becco, formato da un prolungamento delle mascelle(inferiore più lunga e con lieve appendice terminale). Le squame sono piccole, sottili e caduche. La testa è piuttosto schiacciata in senso dorso-ventrale e l'occhio è relativamente grande con iride argentea. I denti sono piccoli, deboli e appuntiti.
Le pinne dorsale e anale sono corte, basse. Le pinne ventrali sono inserite molto indietro e sono piccole come anche le pettorali, che sono situate in alto, all'altezza dell'occhio circa. La pinna caudale è formata da due lobi uguali, distinti e forcuti. 
La colorazione è blu acciaio, con riflessi verde-scuro dorsalmente e con i fianchi azzurrastri-argentei brillanti. Le pinne sono scure, meno le pinnule che sono biancastre. E' una specie gregaria (a volte con centinaia di miglia di individui) e pelagica, che nuota in superficie. Al momento della riproduzione si avvicinano verso terra, ma non giungono mai in vicinanza delle coste, tranne se inseguiti da predatori (tonni, delfini, etc.). Quando sono cacciate, cercano scampo saltando fuori dell'acqua e a volte arrivano a suicidarsi in massa spiaggiando.
Sono voraci carnivori e si nutrono esclusivamente di organismi planctonici, piccoli crostacei, larve di pesci e di molluschi, stadi giovanili di clupeidi e di altri pesci. Il becco comincia a svilupparsi quando gli stadi giovanili raggiungono i 4-5 cm. La lunghezza massima degli adulti è tra i 35 e i 40 cm.Erano oggetto di pesca speciale che veniva eseguita con una speciale rete a fonte.
Nello stretto di Messina venivano frequentemente catturate con rete di circuizione che vedeva coinvolte una barca principale (raustina) e una più piccola (luntru), usata come punto di partenza e di arrivo nella circuizione. Un'altra barca (bacca 'i stagghiu) veniva usata per tagliare la strada al banco e da cui venivano lanciati sassi bianchi per impaurire e fermare la corsa dei pesci. Questa tipica e tradizionale pesca, fino agli anni '70, vedeva coinvolti interi paesi rivieraschi; ora nello stretto non viene più praticata.
Comune in tutto il Mediterraneo. Molto comune nei mari italiani, tranne l'Adriatico settentrionale, dove è rara."

Cucinando a suon di...


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