Questi dolci a base di riso si preparano tradizionalmente il giorno di San Giuseppe e la ricetta si tramanda da madre in figlia. Quando ero piccola vedevo mia nonna che ne preparava in quantità industriale perchè eravamo parecchi, poi è toccato a mia madre e, adesso, è l'ora che impariamo io e mia sorella (che tra l'altro ne è ghiotta).
Mia nonna le ha sempre preparate ad occhio senza mai sbagliare, così come mia madre, per cui anche io e mia sorella saremmo dovute andare a tentativi ma appena il caldo ha deciso di darci una tregua ci siamo messe all'opera, sotto la supervisione di mia madre e pesando tutti gli ingredienti.
In rete ci sono diverse versioni e io non disdegno di prepararne qualcuna piuttosto interessante ma nel frattempo vi lascio quella della mia famiglia.
In rete ci sono diverse versioni e io non disdegno di prepararne qualcuna piuttosto interessante ma nel frattempo vi lascio quella della mia famiglia.
Ingredienti per circa 20 sfinci:
- 300 g di riso arborio
- 600 ml di acqua
- un pizzico di sale
- 1 fialetta di aroma arancia
- 1 cubetto e 1/2 di lievito di birra
- 400 ml di latte
- 400 g di farina 00
- olio di semi di arachidi per friggere
Per cospargere:
- zucchero semolato
In una pentola mettete a cuocere il riso con l'acqua e il sale fino a quando si sarà asciugata tutta l'acqua e lasciando la cottura del riso a metà.
Far raffreddare il riso e aggiungere il lievito sciolto nel latte tiepido, la fialetta arancia, la farina e lavorare con le mani fino a quando si otterrà un impasto piuttosto morbido.
Coprire e mettere a lievitare per 2 ore o fino al raddoppio.
Prendere l'impasto a cucchiaiate e appianarlo su un tagliere, aiutandosi con un coltello, con la lama liscia e infarinata, spingere le strisce nell'olio ben caldo (vi consiglio di utilizzare una pentola per creare l'effetto friggitrice), mettere ad asciugare su carta assorbente, far intiepidire e cospargere con zucchero semolato prima di servire.
mi piacciono le ricette della tradizione!!
RispondiEliminaBuona serata.
Elisa
Saranno buonissime, che bello portare avanti le tradizioni di famiglia.
RispondiEliminaCiao
Anna